Esistono poi i traumi complessi, o cumulativi: abusi, maltrattamenti, trascuratezza emotiva, abbandoni, violenze di vario genere (fisiche e psicologiche) e altro ancora che, nell’esperienza infantile, sono state reiterate. I traumi complessi sono stati subìti principalmente in età evolutiva e spesso per lungo tempo ed hanno una forte caratterizzazione relazionale e quindi minano fortemente la persona, condizionando l’intero suo percorso evolutivo. Questo accade perché spesso il trauma viene inflitto da una persona che in origine dovrebbe proteggere, prendersi cura, educare (genitore, parente stretto, insegnante, ecc.) e che invece agisce una qualche forma di violenza che diviene, col tempo, devastante nei suoi effetti globali (a livello cognitivo, emotivo e neurofisiologico).
L’intensità e la percezione del trauma sono molto soggettivi: per qualcuno subire un incidente stradale, ad esempio, può non lasciare grosse tracce, per altri può avere un impatto particolarmente forte negli esiti a medio e lungo termine.
Per questo motivo è importante ricordare che il trauma non consiste tanto nell’evento in sé quanto nella traccia che quest’evento lascia dentro di noi e nel modo in cui la nostra mente e il nostro corpo reagiscono.
La percezione della minaccia, infatti, avviene non solo attraverso una valutazione cognitiva ma anche tramite sensazioni e impulsi fisiologici e motori. Queste sensazioni e impulsi precedono la percezione cognitiva ed emotiva. Il nostro corpo “tiene il conto“ di tutte le esperienze che facciamo e, proprio per questa ragione, l’esperienza corporea costituisce l’elemento fondamentale nella costruzione della nostra identità personale e focus della terapia della traumatizzazione complessa.
Interventi
- Valutazione: assessment, testistica ad hoc su trauma e dissociazione, colloqui clinici con professionisti specializzati nel settore
- Terapia: all’interno del colloquio clinico di stampo cognitivo e relazionale vengono integrati strumenti e metodi legati ad altre due terapie di elezione nel trattamento del trauma: EMDR e psicoterapia sensomotoria
EMDR
L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un trattamento psicoterapeutico originariamente nato per desensibilizzare efficacemente i sintomi disturbanti legati ai ricordi traumatici. Gli effetti della sintomatologia vengono quindi ridotti (desensibilizzazione), riattivando così il processo fisiologico di elaborazione delle informazioni (riprocessamento), riattivando i meccanismi di autocura delle persone e avviando così la ristabilizzazione del sistema. L’EMDR considera tutti gli aspetti di una esperienza stressante o traumatica, sia quelli cognitivi ed emotivi che quelli comportamentali e neurofisiologici. Questa metodologia utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra, per ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio, provocando così una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali. Si basa su un processo neurofisiologico naturale, legato all’elaborazione accelerata dell’informazione.
L’EMDR è un approccio complesso ma ben strutturato che può essere integrato nei programmi terapeutici aumentandone l’efficacia e facilitando il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.
Si tratta un approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 20 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.
L’efficacia del trattamento EMDR nella cura di diversi disturbi psicologici è evidence-based, scientificamente comprovata da numerosi studi scientifici che ne descrivono anche i correlati neurobiologici e neurochimici, oltre a documentarne i rapidi effetti post-trattamento.
Psicoterapia sensomotoria
La psicoterapia sensomotoria è nata negli anni ’80 negli Stati Uniti ed oggi è un approccio cardine nel trattamento del trauma ma anche uno strumento utilissimo per affrontare una vasta gamma di disagi psicologici.
Il focus della psicoterapia sensomotoria è posto sull’acquisizione di una dettagliata consapevolezza del proprio corpo e dei propri movimenti, sia quelli già in essere, sia quelli ancora non agiti al fine di scoprire e realizzare quelle azioni fisiche che, di per sé, favoriscono la risoluzione di un trauma psicologico ancora presente ed attivo nella persona.
Dal punto di vista della psicoterapia sensomotoria, qualsiasi esperienza è composta da cinque elementi, chiamati organizzatori centrali dell’esperienza:
- Sensazioni interne
- Impulsi al movimento
- Sensazioni inviate dai cinque sensi
- Emozioni
- Pensieri
Nel corso di una psicoterapia sensomotoria il paziente viene invitato a studiare in modo accurato la natura della sua esperienza nel momento attuale. Si scopre così come alcuni degli elementi costituenti l’esperienza presente, in particolare le sensazioni fisiche e i movimenti (compresa la postura), influenzino attivamente gli stati emotivi, i pensieri e le parole. L’attenzione di questo tipo di approccio parte dunque dal “basso”, dal corpo, per poi arrivare alla mente (pensieri e stati emotivi) e portare ad una trasformazione “globale” e a favorire la successiva integrazione del risultato ottenuto nella vita quotidiana.
Attraverso la consapevolezza e l’uso del corpo, la psicoterapia sensomotoria conduce il paziente a scoprire fino a che punto una grande quantità di risposte fisiche appartenenti al suo passato siano ancora attive in maniera inconsapevole nel presente.
La psicoterapia sensomotoria lavora, infine, sullo studio e sul completamento di risposte di difesa incomplete generate nel passato da eventi disturbanti. I “gesti” incompiuti insiti in queste risposte fisiche incomplete potranno così essere portati a termine in modo adeguato, e questo ne consentirà una elaborazione fisica e psichica.